
19-23 agosto 2021
In occasione della III edizione dei Fumi della Fornace

Un rito teatrale come gestazione immaginativa; ipotesi di vicarianza; sconfessione della catastrofe: viatici, recuperi, rinnovellamenti. Nessuna redenzione senza spiegamento dei possibili: i corpi negati o i corpi estinti andranno restituiti al mondo che viene. La Specie Storta è quel gesto teatrale che non propone una ginnastica di raddrizzamento, ma «un’ulteriore postura della valanga».


«Nell’Isola del Fosco Granaio svernano gli Spiriti Vecchi. Il loro rotore è accensione di mondi, moto contrario a quello del tarlo. Via... usciamo dal centro della sete. I Ministri hanno già toccato lo strapiombo impresso nelle cose. Quindi: partiamo. E quanto lontano. Quanto lontano dovremo andare. Laggiù, allo scollo del globo, all’Isola del Fosco Granaio.»

Poster de La specie storta - la manovra dello sbando disegnato da Enrico Pantani

«Spiriti del Fosco Granaio: siete stanchi, lo so. Ma ancora vi sentiamo battere. Nel petto avete fossili di rivolta. Mangiate a piccoli bocconi la tetra rotondità del sonno. Sempre vi sporgete sul freddo.
Eccoci: veniamo per fare ammenda.
Ci avevate aperto un lucernario nella nuca. Era la vescica dei sogni che fanno un baccano antenato. Adesso il nostro vivere è pigro. L'umore secco prevale sulla schiuma. Somigliamo a una luna troppa cotta. Poco arriva agli occhi: non le grinze dell'erba, non il rospo o il bianco giglio. Di tutto il fulgore, custodiamo la scena di un'ombra.
Mostrateci, voi che potete, come sprofonda il malaugurio. E dove si trova il perno che dura, la scala per riparare il cominciamento del cielo.»
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